martedì 22 febbraio 2011

gran concerto

- uè, sabato c'è il concerto di xxxxxxx, si va?
- bello, sì!
- prendo i biglietti
- vai

il concerto, l'esperienza ancestrale che riporta ogni uomo alla sua condizione naturale di organismo pluricellulare dominato dalle proprie viscere prima ancora che dal proprio intelletto (nei rari casi in cui questo sia effettivamente possibile).
le prime forme di intrattenimento musicale risalgono effettivamente all'età della pietra, quando gli strumenti a disposizione dell'uomo per esprimere le proprie facoltà musicali erano alquanto ridotti, così come le capacità di esecuzione (essenzialmente non ci si schiodava da uno zoppicante 4/4, caratteristica mantenuta nei secoli da migliaia di band di musica rock, ossia - non a caso - roccia).
i concerti, non ancora intesi come puro intrattenimento, all'epoca avevano una funzione specifica, a seconda dell'occasione: caricavano gli uomini prima di una battuta di caccia particolarmente impegnativa o prima di uno scontro con i guerrieri di una tribù nemica, oppure ancora celebravano un lieto evento, propiziavano il raccolto e omaggiavano la divinità (o il suo contraltare, nel caso dei sabba). in ogni caso queste espressioni musicali all'epoca non duravano molto (circa il doppio di un concerto dei ramones, per intenderci).
è interessante notare come, se da un lato il concetto di concerto si è evoluto negli anni, affrancandosi da qualsiasi contesto contingente per diventare un evento a sè stante, ricco di significati intrinsechi (uno su tutti: vendere bruttissime magliette del gruppo che si esibisce, a circa un terzo del prezzo delle altrettanto bruttissime magliette del merchandising ufficiale - che uno dice, e dove sta la fregatura? semplice, dopo il terzo giro di centrifuga in lavatrice, i disegni e le scritte sulla maglietta non ufficiale si scrostano rivelando il faccione di enzo ghinazzi in arte pupo, con le date del tour in mongolia del 2002), è altrettanto vero che, con il passare delle epoche, i frequentatori abituali di questi congressi non hanno mai mutato le proprie caratteristiche peculiari.

il posseduto:

il soggetto in questione prende il concerto come una buona scusa per sfogare le proprie frustrazioni represse. preferisce abitare le zone calde della folla, staziona abitualmente tra le prime file di un concerto di musica roccia, dove potrà approfittarsi di qualsiasi accenno della sezione ritmica per scatenarsi nel pogo, il rituale selvaggio attraverso il quale i posseduti, guidati - va detto - esclusivamente dalle proprie viscere, mostrano di apprezzare il concerto schiantandosi l'uno contro l'altro con crescente vigore. il posseduto sta a un concerto come un hooligan sta a un evento sportivo.
il posseduto si riconosce al termine di un concerto perchè è solito mostrare compiaciuto le proprie tumefazioni mentre agita il pugno in cui ha raccolto i propri molari.

il cantante mancato:

si mimetizza tra la folla, apparentemente comune spettatore, spesso trae in inganno per i suoi modi schivi e dimessi ma al dunque rivela la sua natura insidiosa, ai danni dei malcapitati che si trovano nel suo raggio d'azione (da cinquecento metri a qualche chilometro, a seconda della preparazione). il soggetto in questione è uso cantare a squarcia gola, dotato di una potenza vocale invidiabile, sopra ogni singola nota emessa dal cantante ufficiale, stonando irrimediabilmente.
se volevo sentirti cantare, venivo a casa tua e infilavo le monetine nel culo a jukebox di tua moglie, testa di cazzo.

il ballerino mancato:

parente stretto del soggetto di cui sopra, il ballerino mancato non concepisce di trovarsi in un luogo in cui viene suonata musica (qualsiasi genere), senza prodursi in squallidi e tristi passetti di danza. il ballerino mancato è scoordinato e non è solito ascoltare la musica prodotta nell'istante in cui balla. l'importante è che ci sia una base su cui ballare (va bene anche quando il gruppo accorda gli strumenti).
lo sforzo prodotto dal soggetto in questione è notevole, sono stati registrati parecchi decessi in questa categoria nel corso degli anni, con picchi notevoli nei prolissi anni '70 (nel 1975 un ballerino mancato diminuì la propria massa corporea del 70% ballando ostinatamente su un assolo di batteria di john bonham della durata di tre quarti d'ora)

la sfinge:

è molto interessato all'esibizione ma non gradisce il contesto. in genere è a disagio nel dover condividere l'evento con le altre categorie e, più in generale, con altri esseri umani. si stabilisce nelle retrovie, a scapito della visuale. preferisce i concerti nei teatri, dove si sta seduti e si gode spesso di un'acustica (e una visuale) nettamente migliore. di solito sembra trovarsi al concerto per caso. la sua principale caratteristica risiede nel fatto che il suo atteggiamento non lascia trasparire alcun tipo di coinvolgimento emotivo per l'esibizione. i suoi piedi sono ben saldi al pavimento e le braccia stese lungo i fianchi oppure conserte, lo sguardo è penetrante, a metà tra il contemplativo e il "ma che cazzo stanno facendo quei tizi in piedi lassù?"
in rare occasioni mostra un minimo di partecipazione (batte il tempo con il piede o dondola leggermente la testa a ritmo) ma in ogni caso non va oltre l'applauso (e solo quando pensa che il gruppo lo meriti veramente).

latin lover:

che sul palco si stia esibendo un raffinato trio jazz piuttosto che un gruppo di percussionisti napoletani incazzati non fa alcuna differenza, questo soggetto si trova al concerto per un'unica ragione, la stessa per cui frequenta altri tipi di ritrovi mondani: la fica.
non fa molta differenza nemmeno il soggetto con cui si accompagna, uomo, donna, scaldabagno, top-model, topocane, il latin lover insidierà la propria preda dalla prima all'ultima nota, traendo un certo piacere dall'esibire le proprie capacità amatorie in pubblico.
non è raro che questo soggetto si allontani dal luogo del concerto ignaro di accompagnarsi a una persona diversa da quella con cui si era presentato.

- oh, forte oh!
- figata vera
- madò..
- eh, sì.. però minchia, un caldo
- vero, poi oh, ma si può che devono sempre suonare così forte?
- perchè conosciamo le canzoni, se no col cazzo che si capiva
- eh, comunque bello, no?
- 'somma, sì..
- no?
- eh..
- ...
- quanto pelo!

commenti:

davvero fika questa nuova casa...