venerdì 11 maggio 2007

fart reynolds (aka "quel nano infame")

molta gente impara a convivere con un segreto. vive la propria esistenza consumata dalla paura che tutto si riveli da un momento all'altro, gettando un'ombra di infamia ed ignominia sul proprio onore.
io non intendo vivere un minuto di più con questo peso sulle spalle, è giunto il momento di metterti al corrente di quanto successo. bada, è una questione di proporzioni tali da avere ripercussioni sul mio - e con molta probabilità anche sul *tuo* - equilibrio mentale.

insomma, è un sabato pomeriggio qualsiasi di qualche mese fa; torno all'ovile sfasciato come al solito, pronto per buttarmi in un angolo a morire d'inedia, quando mi avvicina mio padre.

padre - senti, dov'è finito il nano di ieri?
stgvs - come?
padre - il nano, quello che avevi sul letto ieri, che fine ha fatto?

faccio mente locale e ricordo di aver preso cucciolo dal nascondiglio dove è segregato da mesi ormai per lasciarlo in bella vista sul letto, così, per far fare due risate a chi fosse entrato in quel momento e l'avesse visto troneggiare sul mio letto, con la sua faccia da cazzo in bella mostra.
se solo avessi saputo, maledizione.
ah, qui ci sarebbe da fare una precisazione. io ODIO nel modo più assoluto i nani da giardino. non credo negli ideali del FLNG, sono più per lo sterminio totale di tutte queste merde di gesso. quindi p., per far sì che io sappia sempre quanto è forte il suo amore, me ne regala uno non appena ne ha occasione (e comunque non così spesso come vorrebbe).

stgvs - oh, quello. è nell'armadio.
padre - dammelo che lo mettiamo qui fuori.
stgvs - O_O
mia madre alza gli occhi al cielo.
rido nervoso.
stgvs - dici sul serio? (so benissimo che lo è. mio padre non scherza su certe cose.)
padre - ma sì, lo mettiamo qui, ci sta bene.
indica il mobiletto di legno che sta sul balcone.
stgvs - O_O' !!!
l'espressione del volto di mia madre dice chiaramente questo si è bevuto il cervello.
stgvs - io ODIO i nani, me li regalano proprio per questo motivo, perchè sono infimi e kitsch e io li odio.
padre (senza degnarmi della sua attenzione) - sì, lo mettiamo qui, sarà perfetto.
me ne vado disgustato.

mia madre sembra avere le idee chiare. quando mi consulto con lei per cercare di capire, asserisce serafica: sta impazzendo.
stgvs - cristo, non vorrai davvero che...
madre - è finita. l'unica è provare a far finta di niente. magari se ne dimentica.
stgvs - gasp! gosh.

cerco di farmi i fatti miei sperando che la cosa s'insabbi ma poco dopo mio padre si rifà vivo.

padre - allora, dov'è quell'affare?
stgvs - come?
padre - Il coso, il *nano*.
rassegnato, a spalle curve, apro l'anta dell'armadio ed afferro cucciolo per l'orecchio.
mio padre afferra il nano con uno strano bagliore negli occhi. è *inquietante*, mi si raggela il sangue.
lo seguo con terrore crescente ed assisto alla collocazione del nano sul balcone.

padre - sì, sta proprio bene.
stgvs - ...
padre - e poi qui guardano su tutti.
stgvs - ...
padre - che bello, va come sta bene.

me ne vado senza proferire parola, nella confusione totale.
padre (comparendo sulla porta della mia camera con quel bagliore sinistro ancora negli occhi) - che nano è quello? pisolo?
stgvs - no, dovrebbe essere cucciolo.
padre - ma non mi sembra proprio.

mentre lo seguo di nuovo verso il balcone, non posso credere di condurre veramente questa conversazione.
stgvs - ho proprio idea che si tratti di cucciolo. gli altri nani hanno tutti la barba, questo non ce l'ha e ha i vestiti larghi... è il più odioso di tutti.
padre - sì, hai proprio ragione, è cucciolo.
stgvs - ...
padre - ah, come sta bene!

e questo è tutto. da allora il nano prospera in casa mia, ricettacolo di ogni presenza maligna di passaggio. il suo peso aumenta di giorno in giorno, mio padre - ormai schiavo di quella creatura - ha dovuto rinforzare il mobiletto già due volte. l'aria attorno al nano è satura di un odore acre e pungente (ma forse è solo l'ascella del vicino). a nulla valgono le mie continue preghiere ed invocazioni.
vorrei solo buttarmi di sotto ma non saprei come fare. non ho davvero il coraggio di mettere di nuovo piede su quel balcone.

commenti:

ti ricordo che il mio nano è ancora alla Biennale di Venezia......quello stronzo.....