domenica 26 agosto 2007

nazista di un comunista

ieri sera ero a cena con d. e cha in un ristorante specializzato in cucina bavarese (davvero perfetta per una calda sera di fine agosto).
ci siamo presentati in ritardo sulla prenotazione, dopo aver speso diverso tempo alla ricerca di un parcheggio. pare che in città ci siano un sacco di posteggi destinati ai residenti e solo qualche buco a pagamento per noialtri pezzenti forestieri, quasi dovessero farci pesare il fatto di aver "deciso" di sistemarci nella tranquillità della provincia.
il locale - davvero molto kitsch - ricalcava alla perfezione certe locande tedesche vecchio stile, con le pareti tappezzate di legno dipinto con motivi floreali e slogan teutonici, mensole stipate di boccali di birra e stoviglie decorati, musica in sottofondo di dubbio gusto.
guarda - fa notare d. a un certo punto - c'è anche un busto del führer, la prima di una serie di esternazioni che potrebbero tranquillamente trovarsi in un ipotetico manuale delle cento cose da NON dire in un ristorante bavarese, tra cui:
- "allora, io prendo un piatto di spätzle e un ebreo" (sempre d.)
- "[...] c'era questo gruppo di tedeschi del cazzo" (cha)
senza contare che, qua e là, nella conversazione sono stati citati: i crucchi, la swastika, hitler, goebbels, leni riefenstahl e olympia.
in chiusura della serie di luoghi comuni, vari esempi di bon-ton, tra cui una bestemmia ad alta voce di d. (non che le altre tavolate fossero da meno, per rendere il livello di classe raggiunto dagli astanti) e un rutto gorgoliante di cha (con la mano elegantemente posata davanti alla bocca, credo forse più per *amplificare* il rumore, che per attenuarlo).

gonfi come scrofe, ci siamo rimessi in strada per raggiungere un cinema nei paraggi. davano sicko, il nuovo film di michael moore e 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni di cristian mungiu. siamo arrivati in cassa a un minuto circa dall'inizio di entrambe le pellicole, senza avere ancora le idee chiare riguardo a quale spettacolo assistere.
alla vecchia cassiera è bastato uno sguardo.

stargroves - allora, tre biglietti per...
vecchia cassiera - sicko.
stargroves (attimo di smarrimento, si volta verso i drughi, poi di nuovo verso la vecchia) - sì, sicko.

sulle prime non ci ho dato grande peso. poi però mi ha dato da pensare. cos'avrà suggerito alla vecchia cassiera che noi tre volessimo vedere moore anzichè mungiu?
forse l'abbigliamento casual/straccione da militante attivista?
se avessimo indossato giacche di tweed impregnate dell'odore del tabacco da pipa le cose sarebbero state diverse?

stargroves - allora, tre biglietti per...
vecchia cassiera - 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni.
stargroves (attimo di smarrimento, si volta verso i drughi, poi di nuovo verso la vecchia) - no, sicko.
vecchia cassiera - non credo proprio.
stargroves - ma..
vecchia cassiera - non con quei foulard al collo, non con quei cappelli di feltro. non con quest'aria da intellettuali da croisette.
stargroves - ma..
vecchia cassiera - fanno 15 euro.
stargroves - noi vogliamo..
vecchia cassiera - 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, 15 euro. grazie e arrivederci.
stargroves - ma..
vecchia cassiera - grazie e arrivederci.

oppure la sala dove proiettavano mungiu era vuota. in effetti quella del film di moore era gremita. piccola ma affollata. in ogni caso, dopo i trailer, nemmeno ci pensavo più.

il film non è male, a mio parere. cha si è fatto una dormitina di qualche minuto, prima che la risata sguaiata e decisamente esagerata del tizio che sedeva alla mia destra, lo facesse svegliare di soprassalto.
avrei preferito che moore non incappasse in facilonerie come quella di presentare i francesi, che godono dell'assistenza sanitaria statale gratuita a differenza degli americani, come un popolo benestante nonostante l'alta pressione fiscale, intervistando una coppia dal reddito complessivo di circa 7000 euro al mese. vedete? se la passano bene nonostante le tasse! grazie al cazzo. avrebbe potuto rendere il concetto in maniera più efficace interpellando un qualsiasi boulanger, piuttosto che un notaio o un avvocato.
e poi la faccenda di cuba, un finale troppo stucchevole con tutti quegli abbracci e manifestazioni di fratellanza a beneficio della telecamera.
in ogni caso un bell'affondo di moore alle maggiori compagnie assicurative americane e al governo degli stati uniti, degno delle precedenti stoccate alla general motors e alla national rifle association, portate con la stessa arguzia e mestiere (forte il suo esagerato stupore nella scena all'interno dell'ospedale inglese dove cerca invano uno sportello a cui rivolgersi per pagare l'assistenza medica o quella in cui è seduto in un locale con i suoi amici francesi che gli portano varie testimonianze sul sistema sanitario della loro patria).

il premio principi della serata va a d. e alla cameriera tedesca nana popputa:
d. (a fine pasto, prima del dessert) - ci porta ancora la lista?
cameriera - per manciare?
d. (dopo aver congedato la cameriera) - ma che cazzo di domanda è? cosa dovrei farci con la lista? pulirmici il culo?

chissà cos'avrebbe da dire a riguardo cristina parodi (per cui fra l'altro d. non ha mai nascosto un certo interesse: "uhm, io alla parodi due colpi glieli darei volentieri.")

commenti:

...mi fa ancora male il culo per colpa di quelle panchette di legno di merda!