domenica 3 giugno 2007

black market (aka "focassini")

dio stramaledica i supermercati e la fiumana di stronzi che ci si riversa nei week-end.
io, da bravo stronzo, ci sono andato giusto ieri, per un paio di calzini che non ho preso, una scatola di cornetti di cui non ho davvero bisogno - specie se consideriamo che dovrei essere a dieta - e un libro da regalare a p.

perciò non dovrei lamentarmi del fatto che:
- un commesso che avrà avuto sedici anni o giù di lì, occhi a mezz'asta e risatina da ebete, senza accorgersi del sottoscritto, si è spostato di scatto sulla destra spappolandomi un piede (scusi, non l'avevo vista);
- diverse persone emanavano un forte odore di sudore rancido, come se il fatto che stessero solo *facendo la spesa* li sollevasse dal dovere civile e morale di lavarsi;
- mentre mi chinavo per prendere una copia del libro da regalare a p., una ragazzina che stava facendo incetta di diverse copie dell'ultimo romanzo di moccia (non voglio parlare male di moccia, non mi sembra giusto e poi lo fanno già in troppi), si è voltata di scatto infilandomi un angolo di cercasi niki disperatamente nell'occhio (se me lo avesse cavato l'occhio, avrei dovuto denunciare lei, il sig. moccia o la catena del supermercato?).

esistono fenomeni fisici inspiegabili all'interno di un supermercato. puoi addentrarti nella corsia più deserta di tutto il complesso, non importa cosa ci sia esposto sugli scaffali: in pochissimo tempo la corsia brulicherà di vecchie alla guida di carrelli zeppi con la rotella sghemba, zingare e bambini urlanti a piedi nudi. e tu rimani lì, incastrato tra un carrello e l'altro, mentre la casalinga accanto a te sta affondando il braccio nello scaffale da un quarto d'ora, ravanando nella speranza di trovare un prodotto che scada fra dodici o tredici anni. fa niente se sugli scaffali ci sono solo condimenti e salse etniche o prodotti dell'agricultura biologica che in genere non si fila NESSUNO. in quel momento TUTTI vogliono farsi un kit wok per pollo in agrodolce di suzi wan e un pacchetto di gallette di riso del cazzo.

ogni cosa esposta prima o poi verrà acquistata. niente rimarrà invenduto. ci sarà SEMPRE qualcuno disposto a portarsi a casa la peggio stronzata.
stiamo per filarcela, io ammaccato e spaesato, cha che vaga come una pecorella smarrita, con lo sguardo da reduce del vietnam, quando una signora con bimba al seguito si ferma vicino a un pallet di scatoloni ancora da sistemare sugli scaffali.

legge: - focassini, un po' focaccia, un po' grissini. (pausa). li proviamo?

la bimba borbotta e guarda altrove.
come darle torto.

commenti:

a saperlo che ci andavi ti facevo comperare il tonno...e anche una scatola di focassini...