è ufficiale: antonello venditti ce le ha proprio in giostra.
pare che dopo aver saputo della trovata dell’onorevole giuseppe drago dell’udc - il quale avrebbe utilizzato proprio una canzone di venditti in apertura della sua campagna elettorale in quel di ragusa - antonello abbia mollato la forchettata di maccheroni nel piatto con sdegno e, dopo essersi pulito la bocca col tovagliolo, sia sbottato in un liberatorio: "e mo bbasta!"
l'indignazione del sor venditti ha tuonato e risuonato attraverso le principali testate giornalistiche del paese, condannando tutti quelli che lo avrebbero depredato della sua arte per interessi commerciali e politici.
e io, che prima di tutto rappresento il pensiero dell'uomo della strada (crudo e anche un po' puttano), dico che ci può stare, finchè uno se la prende con l'onorevole drago che ha di fatto strumentalizzato la canzone di venditti, associandola al proprio credo politico (e infrangendo il copyright depositato).
ma venditti poi, col maccherone di traverso, ha alzato il tiro e ha sparato a zero su tutti i registi e registucoli rei di essersi appropriati delle "sue" parole per sbancare il botteghino.
apre la fila dei furbacchioni il regista gabriele muccino, colpevole di aver intitolato uno dei suoi film come una canzone di venditti, "ricordati di me".
c'è da dire che per quel film un altro cantautore, pacifico, scrisse un pezzo con lo stesso titolo, dimostrando così che la frase "ricordati di me" non appartiene a nessuno in particolare e anzi, credo proprio fosse già in uso prima che antonello venditti se ne venisse al mondo.
la strage continua citando un altro regista, fausto brizzi, che ha avuto la sfrontatezza di chiamare il suo film "notte prima degli esami", esattamente come il grande successo di venditti. il quale, se ben ricordo, in quell'occasione venne anche contattato dal regista e cantò pure la canzone in occasione della prima.
il problema è venuto dopo, quando brizzi ha pensato di realizzare "notte prima degli esami 2", senza contattare venditti e chiedere il permesso, secondo le parole del cantautore romano.
ma chiedere il permesso a chi? e di cosa poi??
molte esternazioni di venditti riguardo questa quisquilia mi hanno ricordato vagamente il don vito del padrino: "ma che feci, bonasera? che ti feci mai per meritare questa mancanza di rispetto?"
e poi il colpo finale, un altro film battezzato con le parole dell'antonello nazionale: "questa notte è ancora nostra", da poco nelle sale. filmetti, d'accordo ma nessuno che si sia degnato anche solo di avvisarlo, il povero venditti.
perchè, diciamoci la verità, in effetti non se lo caga mai nessuno, nemmeno per questioni che lo riguardano in prima persona (nella fiction sull'amico rino gaetano, ad esempio, antonello è stato presentato come chitarrista, quando il suo strumento è da sempre stato il pianoforte, dettaglio sottolineato da venditti stesso in diverse interviste), figuriamoci per delle citazioni, se proprio vogliamo parlare di citazioni, perchè ancora sono del parere che le frasi "ricordati di me", "notte prima degli esami" ecc. siano proprietà di chiunque senta il bisogno di utilizzarle.
venditti, nel tentativo di nobilitare la propria protesta, cita i red hot chili peppers che di recente hanno intentato causa verso un serial televisivo intitolato "californication", come il loro album del 1999. anche qui la cosa sarebbe da sviscerare per bene ma è un discorso diverso perchè coinvolge un neologismo non presente nel vocabolario inglese, nè di uso comune, su cui quindi la band può far valere i propri diritti.
in conclusione, secondo il parere di don antonello, questi ladruncoli di bassa lega, sfruttatori e sanguisughe, avrebbero potuto almeno omaggiarlo di una citazione come fonte di ispirazione per il lavoro. sarebbe bastato, dice.
invece io credo che nè i film di muccino, nè quelli di brizzi, genovese e miniero abbiano recato danni di alcun tipo al cantautore. anzi, forse qualche ragazzino potrebbe essersi ritrovato a fischiettare uno dei motivetti succitati, sentendo il bisogno di comprare il disco (ok, questo è poco probabile ma è possibile, quantomeno).
il solo fatto di aver utilizzato le sue parole è un omaggio a venditti, perchè se fosse stata solo una questione commerciale, forse i registi in causa si sarebbero rivolti ad artisti attualmente più in voga.
e se proprio vogliamo continuare su questa strada, potremmo ricordare alcuni brani del nostro, uno su tutti "prendilo tu questo frutto amaro", più che altro una cover di "bitter fruit" di "little" steven van zandt, chitarrista della e-street band di springsteen e interprete del leggendario silvio dante dei soprano. a quanto pare il nome di van zandt non compare nei crediti dell'album.
si dice che little steven, incalzato da un giornalista che gli chiedeva perchè non avesse fatto causa per il plagio, abbia risposto serafico che "con certa gente non vale nemmeno la pena di andare al cesso, figuriamoci in tribunale" (e se avete presente silvio dante dei soprano, vi starete anche immaginando la sua faccia adesso. sì, proprio questa).
p.s. stavo anche pensando di intitolare il post usando le parole di venditti ma guarda un po', ho usato parole mie. anzi, parole di tutti.
lunedì 31 marzo 2008
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bo(r)ia d'autore |
mercoledì 19 marzo 2008
domenica 9 marzo 2008
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piccolo. spazio. pubblicità (AKA "ringo people") |
non so dire quanto ho impiegato perchè l'ascolto di all you need is love non mi rimandasse immediatamente alla memoria quel cazzo di stranamore.
da qualche tempo c'ero pure riuscito, in ogni caso. love, love, love, già, e in testa mi affioravano le immagini del collegamento in mondovisione dei beatles, direttamente da uno dei dvd della beatles anthology, con quel bianco e nero che, come per magia, vira in colore, il colore brillante e kitsch proprio degli anni sessanta.
e poi oggi, d'un tratto, riecco quel fottuto camper, perso per sempre nei ricordi remoti di una domenica sera su canale 5, con la buonanima del dottor castagna. poi la trasmissione è finita a far muffa su rete4 e non se l'è cacata più nessuno, in definitiva.
nel giro di cinque minuti, a pranzo, con la tv accesa (brutta abitudine, lo so), i beatles hanno imperversato nella pubblicità più di quanto ne avessimo (ne avessero?) bisogno.
spot TIM: dei bambini cantano una sguaiata versione di all together now.
dico a mia madre: "non diresti mai che questi sono i beatles".
in effetti lei è incredula e sono costretto a confermarle che sì, si tratta di un pezzo dei beatles.
sicuramente di maccartney, aggiunge mio fratello. e sì, confermo anche questo.
al che cha puntualizza che non poteva essere altrimenti, visto che tutte le più sfacciate cagate inglesi prodotte dal quartetto portano la sua firma. come dargli torto.
non passa poco che per un altro spot riecheggiano le note di here comes the sun.
mi rivolgo di nuovo a mia madre: "e non diresti mai che anche questi..."
lei sorride, come se la mia fosse una battuta. ma non lo è, spiego, sono i beatles anche questi, anzi, questo è george harrison, in uno dei suoi purtroppo rari momenti di grazia.
e poi eccolo, a chiusura del blocco di spot, il maledetto camper con la scritta rossa nera e gialla. e l'inconfondibile sottofondo.
"e non diresti mai che questi sono..."
mia madre sorride, questa la sa anche lei. però non sa chi l'ha scritta. beh, dico, le canzoni dei beatles sono accreditate quasi tutte a lennon/maccartney ed in effetti in alcuni pezzi, spesso nella prima produzione, c'è effettivamente l'apporto di entrambi. però all you need is love è una creatura di lennon, dispute a parte.
"manca solo una di ringo", faccio notare con piglio sardonico.
"anche ringo scriveva canzoni?" chiede mia madre.
"più che altro delle merdate", è la mia impietosa replica.
cha mi chiede qualche titolo e ne pesco un paio dalla memoria, don't pass me by e octopus's garden.
"non se le ricorda nessuno", infierisco. e un po' mi sento in colpa perchè alla fine ringo è un buono, uno sfigato simpatico e compagnone e non se lo merita per niente. specie da un signor nessuno come il quippresente.
e adesso che ci penso almeno lui può vantarsi di non essere associato a nessuna pubblicità idiota, cosa che i suoi illustri colleghi, a quanto pare, proprio non possono permettersi.